L’Uomo e la Pioggia
Cammino sotto la pioggia, solo. Non apro l’ombrello: oggi non serve. L’acqua cade su di me senza invadenza, si accorda al ritmo dei miei passi. È un dialogo silenzioso, naturale.
Guardo le luci riflettersi sull’asfalto: sono più vive così, riflesse. Ogni goccia che mi tocca risveglia la pelle, riporta il corpo al presente, sintonizza i pensieri al respiro del mondo.
Dicono che ci vuole resilienza. Io no, io la pioggia non la voglio evitare, la voglio sentire addosso.
Arrivano gli odori, netti e familiari. Terra bagnata, erba fresca, cemento. Sono i profumi di un mondo che si apre, finalmente autentico, finalmente vicino. Non cerco riparo perché non ne ho bisogno.
Cerco piuttosto un luogo, forse un bar aperto, dove altri come me hanno deciso di ascoltare la pioggia invece di fuggirla. Complici di questo breve ritorno alle cose essenziali.
Un giorno forse dovrò rinunciarvi, ma non ora. Adesso resto qui, parte di questa pioggia che conosce il mio respiro, che sa parlarmi come altri non sanno.