Un bolo di emozioni
Ogni lettura da una spinta alla vita. La partenza, dopo, è diversa.
Questa notte gli torna l’angoscia e un bolo di emozioni gli esce con il fiato. L’angoscia come quella di sempre. Di giorno non ce l’ha, o poca. Poi si sveglia e diventa il pensiero primo; solo quello importa. E lui è fragile e incerto. E con l’alba passerà, come altre volte, ma non ci crede fino in fondo. Che quell’angoscia non passerà, un po’, lo pensa davvero.
Ma qual è il vero? Quello del giorno o quello della notte con la sua angoscia? E quando leggi le cose, non sono le stesse. Ogni lettura da una spinta alla vita. La partenza, dopo, è diversa. E le percezioni di notte, preziose come quelle di giorno, forse di più, spesso di più. Le vedi così, come altri non vedono; per questo di più. Come quando intuisci cose che altri non possono. Hai una luce che altri non hanno. E ti ci affezioni anche.
La tua paura è la tua mente, il tuo io, il tuo leggere. E hai paura: che quello che leggi svanisca, che scompaia con la paura. Quando la paura se ne va, con lei anche le tue letture: e sei un po’ meno, un po’ più solo. Ti mancano la fragilità e l’incertezza; che sono un motore, che spinge e ti fa capire. Soffri ma lo ami quell’io fragile e incerto. E quando passa, quando le sfumature sono un ricordo, i contorni inspiegabilmente determinati, la lettura cambia, perde e si arricchisce, e, quasi dimentica, inquadra anche l’altra; ma il tutto è diverso, è di più, come te che sei di più: un po’ di più. Anche se altri non se ne avvede, ma sei tu che te ne avvedi e che vedi diverso, un po’ diverso, perché sei cambiato; un po’.
E quello che vedi sei tu più lui, una cosa sola con quello che osservi; e quello che osservi è perché tu lo osservi.