Oggi, nei pressi di Bergamo, a San Paolo d’Argon, nella ex Abbazia Benedettina, ho parlato di valutazione autentica e della possibile implementazione degli ambienti di apprendimento costruttivisti tramite le tecnologie. L’ambiente e i docenti esprimevano profondamente la cultura lombarda; l’organizzazione, Fondazione Ikaros, è apparsa molto efficiente e funzionale.
Domanda del giorno
Cosa si intende per scuola centrata sull’alunno?
Quando parlo di scuola centrata sull’alunno, mi riferisco ad una scuola che presta attenzione, che valorizza tutte le formae mentis, per dirla alla Gardner; una scuola che non si limita a valorizzare/premiare le formae mentis logico matematica e linguistico verbale. E’ chiaro che chi è dotato di queste due formae mentis ha successo nella scuola trasmissiva, e non è certo una colpa. Una scuola centrata sul singolo alunno è però una scuola che non limita la propria attenzione a quelle formae mentis ma che si rivolge all’intero spettro delle formae mentis di Gardner e non solo. Una scuola che non vuole costringere gli alunni a impegnarsi unicamente in performance di tipo linguistico o matematico. Ci sono persone intellettualmente molto ricche che affrontano con difficoltà la risoluzione di espressioni algebriche complesse o lo sviluppo di componimenti in cui sono richiesti linguaggio ricercato e stile colto. Condannare tutti a questo tipo di scuola rischia di frustrare persone e di far perdere per strada delle individualità preziose. “No child left behind”, nessuno deve rimanere indietro. E’ una dichiarazione bellissima, ma non rimaniamo alla dichiarazione: dobbiamo passare dalle parole ai fatti, dobbiamo creare le condizioni perché davvero nessuno sia condannato a rimanere indietro.
Molti imprenditori sono ex studenti drop-out. Poco interesse per le discipline trattate ma soprattutto per i modi con cui queste vengono trattate: di qui un abbandono precoce … e poi a creare un’attività. E la scuola ha mancato la sua mission: bravi imprenditori li sono diventati comunque ma molte carenze, che comunque hanno avvertito nel corso della loro esperienza professionale, non ci sarebbero state se formati in modo corretto: con grandi benefici per loro e per la società.
Uno studente che supera i test di medicina, test logici e linguistici soprattutto, è un bravo studente; si rivelerà però molto importante, nel caso dovesse diventare un chirurgo, la sua attrezzatura nelle formae mentis corporeo cinestetica e spaziale oppure, nel caso dovesse orientarsi al settore della psichiatria/psicologia, sarà molto importante la sua attrezzatura nelle intelligenze personali, quella interpersonale e quella intrapersonale. E ancora la scuola ha mancato la sua mission. Non è necessario e soprattutto non è sufficiente essere dei bravi risolutori di test per essere dei bravi chirurghi: è invece importante che il futuro chirurgo si muova con intelligenza e padronanza nei piccoli spazi, domini le proprie emozioni. Insomma altri sono gli elementi importanti. Per il bene dello studente ma anche e soprattutto di chi finirà sotto i ferri.
Quando parlo di scuola in grado di favorire una didattica centrata sull’alunno mi riferisco ad una scuola che imposti didattiche di tipo attivo, autentiche, e soprattuto in cui siano messi a punto gli strumenti per dare un feedback appropriato ad ogni singolo alunno. Detto in modo meno criptico, credo che sia importante che siamo in grado, per ogni alunno, quando impegnato in prestazioni autentiche, di fare una opportuna diagnosi del suo livello e di fornirgli la terapia corretta per un suo miglioramento. Questo è il feedback. O si passa di qua, altrimenti sono chiacchiere. Osservare ogni alunno, diagnosticare il suo posizionamento e suggerirgli cosa deve fare per migliorare il proprio livello di conoscenze e di competenze. Ma davvero per ogni alunno: non limitarsi a gruppi e non a quegli alunni che lavorano meglio degli altri…
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