In sintesi
Il passaggio da una didattica trasmissiva ad una di taglio costruttivista, implementata tramite il Project Based Learning, la metodologia che prevede di stimolare gli apprendimenti degli studenti mentre sviluppano progetti, si scontra con un grave problema: la perdita della liturgia propria della professione del docente trasmissivo, senza che un differente insieme di riti intervenga a sostegno del nuovo paradigma; il docente si trova disorientato e senza rete. La mia proposta consiste nella creazione di un modello per l’implementazione efficace del Project Based Learning in classe, caratterizzato da un ciclo di vita e da un insieme organico di riti, a disposizione del docente che, nel rispetto totale della sua professionalità, decide se e come applicarlo a partire anche dalla necessaria contestualizzazione per l’ordine e grado della scuola in cui opera.
Il docente professionista
Ha avuto buoni riscontri il mio tweet: la riflessione in azione deve permeare la progettazione didattica; non sempre gli obiettivi sono chiari dall’inizio: vincoli e opportunità emergono in itinere ed è importante essere adattivi durante il percorso senza costringersi a piani prefissati. I buoni riscontri sono senza dubbio collegati al grado di libertà che rivendico per il docente nell’esercizio della sua professione. E così deve essere.
Il Docente è un professionista: come un Medico, come un Avvocato, come un Architetto. Forse il professionista con il compito più complesso da affrontare: occuparsi di apprendimenti, di menti, di persone, di casi. Il mestiere degrada se il verbo occuparsi lo si interpreta come l’applicazione di ricette, di programmi, di schemi generali da sviluppare in modo più o meno automatico a prescindere dal contesto, dal gruppo classe, dall’allievo. Molti docenti ogni anno ripresentano gli stessi contenuti, con le stesse modalità, a gruppi classe diversi e si lamentano “perché i ragazzi non sono più gli stessi…”.
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