Abbandoniamo l’idea di pensare alle competenze, soprattutto quelle chiave, come a qualcosa di “a se stante”, ben definito, circoscritto; consideriamo piuttosto le competenze come un insieme in cui ciascuna competenza deve la propria esistenza all’interazione con le altre, senza alcuna struttura gerarchica, e dove tutte sono sullo stesso piano. Possiamo pensare a un magma dove convivono piu elementi, almeno le otto competenze chiave e gli otto elementi sottesi e senza limitarci a questi. Sono entità indistinte che compaiono e si organizzano quando lo studente ne sente il bisogno.
Ipotizziamo una sorta di “democrazia delle competenze” che ci fa capire, da subito, quanto sia improbabile l’obiettivo di cimentarsi nello sviluppo di una singola competenza. Impegnare uno studente in una attività autentica gli garantisce lo sviluppo di tutte le competenze, anche se non in maniera omogenea; quello che possiamo fare è valutare come una competenza, pur con i suoi contorni sfumati, possa essere presente e in che misura nel corredo dello studente. La valutazione richiede strumenti adeguati, evidenze e tempo. Di qui la necessità di tenere i piedi per terra: durante lo svolgimento di un progetto al massimo monitorare/valutare una/due competenze. (idee da sviluppare)
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